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Attualità giovedì 24 novembre 2016 ore 15:00

La caserma in fiamme che minacciò la città

Nel 1944, sui Ponti esplose l’edificio occupato dalle milizie fasciste e rischiò di distruggere tutto. nell'incendio rimasero uccise otto persone



VOLTERRA — Fino al primo luglio 1944, nell’attuale Piazza Martiri della libertà, sorgeva un edificio che negli anni ‘30 fu adibito a caserma e che, durante la Seconda guerra mondiale, fu occupato dalla 89° legione “Etrusca” della milizia fascista. Proprio, durante questo periodo, lo stabile fu coinvolto in un grave incendio sulle cui cause, ancora oggi, non ci sono notizie certe, solo supposizioni. Le fiamme divamparono durante la notte e, immediatamente, gli abitanti della città accorsero per cercare di domarle. I tentativi frenetici, il coraggioso intervento che impedirono al fuoco di propagarsi ai palazzi adiacenti, furono, però, interrotti dall’esplosione improvvisa della caserma che ospitava numerose armi e munizioni. La violenza della deflagrazione scagliò le macerie a distanza. Alcuni detriti, che arrivarono fino alla Porta all’Arco.

Nell’incendio rimasero uccisi otto cittadini: Arnaldo Bianchi, Nello Costagli, Averardo Fiaschi, Sergio Mendici, Francesco Raffini, Corso e Renzo Ricci e Giulio Spinelli. Erano tutti volontari che erano accorsi sul luogo per impedire che Volterra potesse conoscere un destino terribile. Tra di loro anche i fratelli Ricci che, poco più che ventenni, facevano parte del partito d’azione ed erano studenti universitari (Corso, era normalista alla facoltà di fisica, mentre, Renzo frequentava il corso di Chimica). Entrambi erano stati allievi del liceo classico Carducci di Volterra.

Le vittime della tragedia e i martiri della guerra, a cui è dedicata la piazza, sono ricordati da due lapidi affisse sulle mura dello spazio che delimita l’area.

Dopo il crollo dello sperone, avvenuto nel febbraio 2014 a causa delle intense piogge, sono state disposte in un’aiuola vicino al monumento che lo scultore Mino Trafeli ha realizzato a memoria imperitura della tragedia volterrana e, più in generale, di quella della guerra.

“Volterra / ai suoi figli migliori / sacrificati nelle carceri fasciste / caduti sui campi di combattimento

/ in faccia agli invasori / per costruire la libertà e l’onore / per riscattare l’Italia”

“Nella tragica esplosione della caserma / incendiata dai tedeschi / spinti da coraggioso civico

altruismo / morirono il 1-7-1944 / Arnaldo Bianchi, Nello Costagli, Averardo Fiaschi, Sergio

Mendici, Corso Ricci, Renzo Ricci, Giulio Spinelli, Francesco Raffini / La cittadinanza li ricorderà /

ora e sempre XXV-7-1960”

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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