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Attualità martedì 26 novembre 2019 ore 07:00

Se anche i tre pini vanno... "ai tre pini"

Appello dal Comitato per difesa della Val di Cecina: vanno raccolti 4mila euro per potare e salvaguardare le piante simbolo di Saline di Volterra



VOLTERRA — Riportiamo di seguito l'appello, firmato da Rossella Marconcini per il Comitato per la difesa della Val di Cecina, perché siano salvaguardati i tre pini che si trovano nei pressi del cimitero di Saline di Volterra.

"Andare ai “tre pini”, forse per qualcuno non significa niente, ma per gli abitanti di Saline questa frase ha un significato ben preciso, vuol dire “passare ad altra vita” insomma andarsene all’altro mondo. Lo sanno bene gli anziani del paese,( forse meno i giovani) che quando sentono pesare inesorabilmente il tempo sulle spalle o affrontano qualche problema di salute affermano in vernacolo toscano: “speriamo di non andà a finì a’ tre pini”.

Tutto questo deriva dal fatto che, vicino al cimitero del paese, lungo la stradina in salita che ci accompagna all’ultima dimora, risiedono da più di cento anni, tre maestosi e altissimi pini domestici, nati per caso o forse piantati da qualcuno, che sovrastano il paese come se, guardiani del cimitero, volessero rammentarci che varcata quella soglia, nessuno potrà più tornare indietro. Da lassù c’è una bellissima vista dall’alto; con uno sguardo si abbraccia tutto il paese, le colline circostanti e se né apprezza tutta la loro bellezza dolcezza e rotondità, tanto che, sono convinta molte persone, quando vanno a fare visita ai loro cari al camposanto, si fermano per qualche istante a godere di questa veduta.

La posizione il luogo e la maestosità delle tre piante hanno assunto per tutti un significato simbolico quasi esoterico considerando che il numero tre, numero perfetto, nella simbologia, rappresenta le tre fasi della vita: nascita, invecchiamento, morte. Insomma i tre pini sembrano non trovarsi lì per caso, tutti né colgono il significato arcano, ancestrale quasi magico. I salinesi sono dunque affezionati ai tre alberi che sono lì da sempre almeno a memoria dei più vecchi e sono diventati l’emblema del paese di Saline.

Intorno ai tre pini però, nel corso degli anni, sono state costruite alcune abitazioni e gli alberi talvolta hanno corso il rischio di essere tagliati o fatti volutamente seccare poiché forse si pensava che rappresentassero una minaccia per le case vicine vista la loro altezza, ma non appena in paese correva voce di queste minacce, molti cittadini insorgevano e qualcuno prendeva anche iniziative private affinché le piante venissero salvaguardate e così tutto rientrava. Attualmente corrono in paese le solite voci, gli alberi sembrano come al solito, rappresentare un pericolo per chi abita vicino,( come se chi ha costruito le proprie abitazioni non sapesse dell’esistenza delle piante quando ha deciso di costruire lì la propria casa) e il paese si è nuovamente mobilitato chiedendo al comune di fare una verifica sullo stato di salute e sulla stabilità delle piante stesse.

Dallo studio è risultato che i pini sono in buono stato vegetativo ma su tutti e tre, devono essere fatti interventi di riqualificazione della chioma per dare loro la giusta proporzione e il giusto equilibrio evitando così che si creino pericolosi sbilanciamenti di peso. In questo modo le piante verranno messe in totale sicurezza visto che le loro radici lo sono già perché stabili. Naturalmente l’intervento comporta dei costi in termini di denaro che si concretizzano in circa quattromila euro. Il comune ha manifestato delle difficoltà a finanziare l’intervento per cui i cittadini hanno pensato di provvedere privatamente alla raccolta dei fondi autofinanziandosi con un evento ricreativo gastronomico coinvolgendo le associazioni del paese e la popolazione tutta che si spera faccia sua questa iniziativa e partecipi numerosa all’evento di cui poi sarà opportunamente informata.

Il grido che arriva dalla gente è :“non tagliateci anche i tre pini” l’emblema di Saline, l’ultimo dispetto verso un paese che già ha subito dal punto di vista ambientale e lavorativo, un paese abbandonato che guardandolo mette tristezza se paragonato ai tempi in cui veniva chiamato “la conca d’oro”. Lasciamo stare i tre alberi che da sempre vivono lassù nella parte più alta del paese, silenziosi osservatori. Essi ci raccontano degli equilibri profondi della natura alla quale nulla abbiamo da insegnare ma che molto ci insegna. Non turbiamo questo stabile legame quasi magico che da sempre si è creato fra loro e la gente del paese il quale in qualche modo ha a che fare con la vita e la morte. Non turbiamo quell’equilibrio emozionale che magari rompendosi, chissà, porti con se qualche oscuro presagio; se non rappresentano pericolo per qualcuno, lasciamo che le piante vivono la loro vita compiendo quel percorso naturale di tutti gli esseri viventi cioè nascere invecchiare morire. Inoltre non dimentichiamo mai che ogni essere vivente merita profondo rispetto. Una vecchia citazione di un saggio sconosciuto ci insegna: l’uomo non potrà mai dire di aver raggiunto la vera civiltà fino a quando chi taglia una pianta non sarà condannato come chi uccide un uomo".


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