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Politica mercoledì 25 giugno 2014 ore 09:45

A rischio l'Unione: si potrebbe andare verso la fusione dei Comuni

Secondo Insieme per Cambiare senza un lavoro mirato con i nuovi eletti si va verso la "trasformazione in Comune unico già dalla del 1 gennaio 2015, quando tutte le funzioni saranno passate all'Unione"



RIPARBELLA — Si è riunito il primo consiglio dell'Unione dei Comuni dei Colli Marittimi Pisani dopo le amministrative del 25 maggio, con la presenza dei nuovi eletti sindaci e consiglieri dei comuni di Guardistallo, Montescudaio e Casale.
Secondo Insieme per Cambiare di Ripabella "l'Unione barcolla ed a pochi anni dalla sua costituzione, sono emerse tutte le contraddizioni e le inefficienze di una scelta e di una gestione incapace di portare i promessi risultati". "Si presenta - scrive IPC- subito una domanda: Unione si, Unione no".
"Per rispondere veramente e concretamente - scrive l'opposizione riparbellina - bisognerebbe sapere di quale Unione si stia parlando: quella prevista dal Tuel e dalle norme regionali che nascondono male un unico vero obiettivo, quello di portare, senza dirglielo esplicitamente, i nostri inefficiente piccoli Comuni alla fusione, volenti o nolenti, oppure quella Unione conosciuta soprattutto all'estero, che preserva le identità locali dei singoli municipi lasciandogli un certo grado di autonomia di indirizzo politico, ma sollevandoli dagli adempimenti tecnici, ossia riservando solo all'Unione la direzione e l'organizzazione degli uffici per renderli più efficienti e competitivi nell'erogare i servizi richiesti".
"La prima strada - prosegue la lista civica - è quella percorsa da Sindaci e maggioranze passive subendo e accettando le indicazioni giunta da Firenze. La seconda ha bisogno di Sindaci e maggioranze attive, autonome e capaci di governare il cambiamento".
"Fino ad oggi - scrive Insieme per Cambiare - hanno comandato sindaci passivi, ecco spiegato perché l'unione assomiglia più ad un carrozzone la cui rotta, poco modificabile, punta dritta alla trasformazione in Comune unico già dalla del 1 gennaio 2015, quando tutte le funzioni saranno passate all'Unione senza alcuna limitazione o regolamentazione, lasciando di fatto i nostri singoli Comuni e Sindaci spogliati di ogni funzione, sia tecnica che politica".
Secondo IPC "l'Unione traballa, a distanza di soli tre anni dalla sua costituzione annunciata come forte scelta politica dalla maggioranza Pd di allora (4 sindaci su 5) sordi a tutti gli appelli delle opposizioni". "Avevamo evidenziato da subito - proseguono - che, sebbene l'Unione potesse essere una soluzione, non era l'unica e soprattutto, il percorso e la metodologia scelta non potevano portarci dove annunciato".
"Ora - secondo il gruppo consiliare - sono gli stessi nuovi arrivati, peraltro trasversalmente e visibilmente imbarazzati a dichiarare in consiglio come sia evidente la mancanza di un chiara idea di cosa sia l'unione ed hanno ragione perché siamo di fronte ad un ente costruito incollando casualmente i pezzi disponibili in un certo momento, con il risultato che oggi ci troviamo di fronte ad un carrozzone instabile che per essere reso efficace ed efficiente andrebbe ri-smontato e ri-costruito".
Insieme per Cambiare si domanda se "ci sarà il tempo per farlo visto che mancano solo 6 mesi alla fatica data X, e soprattutto, i cinque sindaci e i dieci consiglieri dell'Unione abbiano la volontà, l'energia e la competenza per farlo". "In caso contrario - concludono -  il destino dei cinque comuni collinari é segnato e la fusione, magari in due soggetti separati dal fiume Cecina, è l'inevitabile prossimo evento a cui assisteremo, in una processione di lacrime da leopardo tipiche di un carattere italiano pronto a lottare, ma solo al bar".
Fonte: Ipc Riparbella


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