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Attualità lunedì 19 settembre 2016 ore 17:10

"Vogliamo acquedotto e depuratori"

Depuratori (foto d'archivio)

Il sindaco Buselli è intervenuto sulla sospensione degli investimenti per la realizzazione di opere di Asa: "Siamo pronti a tornare in prefettura"



VOLTERRA — "Siamo pronti a tornare in Prefettura, se l'acquedotto non sarà finito e se non saranno attivati i depuratori, che Volterra aspetta da decenni. Non abbiamo nessuna intenzione di rimanere strozzati fra la necessità di sbloccare gli investimenti e le decisioni che possano sottendere una strisciante privatizzazione dell'acqua, che deve rimanere bene comune, quindi pubblica" non usa mezze frasi il sindaco di Volterra Marco Buselli. Il primo cittadino è intervenuto sui recenti fatti che hanno visto protagonista il gestore unico del Servizio Idrico Integrato per l'Autorità Idrica Toscana: "Nel corso del mese di luglio, Asa si è vista rifiutare dall'Autorità Idrica Toscana, per conto della Regione, il saldo di tre fatture, relative a lavori soggetti a quota di finanziamento pubblico, già conclusi e rendicontati, per un importo totale di 4,2 milioni di euro"

La situazione allarmante sarebbe addirittura ancor più grave: "La Regione - ha ripreso Buselli - avrebbe inoltre anticipato che intende fare altrettanto su un importo di simile valore, per lavori che nella maggior parte dei casi hanno già raggiunto il 50 per cento dello stato di avanzamento. La motivazione addotta riguarda i tempi di realizzazione delle opere". 

"L'immediata criticità - ha spiegato ancora il sindaco volterrano - ha portato al conseguente blocco di tutti gli investimenti per la realizzazione di opere spesso strategiche, anche quelle per i cui ritardo possono scattare sanzioni pecuniarie e amministrative da Stato e Comunità Europea, ingessando completamente l'azienda". 

Da Volterra sperano in un intervento chiarificatore da parte del governatore regionale: "Siamo in attesa di una risposta da parte del presidente Enrico Rossi, interpellato in proposito dal presidente Asa Del Nista in merito a queste decisioni e agli sviluppi della vicenda. Ciò che ha creato imbarazzo nei soci pubblici è stata la completa assenza di comunicazione del grave avvenimento, dato che i vertici aziendali avevano deciso di darne conto il 12 settembre, in occasione dell'assemblea dei soci, poi slittata. Il tutto coincide con la volontà di Iren di aumentare il proprio peso fino a detenere il 49 per cento del valore sociale".


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