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Politica venerdì 25 luglio 2014 ore 07:20

Tutti gli errori della mostra dedicata al Rosso Fiorentino

La possibilità che nella mostra ci sia un quadro falso per Volterra Futura "è un altro segnale della leggerezza con cui è stato organizzato un evento che poteva rappresentare un'opportunità per la città"



VOLTERRA — Un intervento della Procura della Repubblica che ha sequestrato un'opera tra quelle selezionate da Vittorio Sgarbi nell'ambito della Mostra "Rosso Fiorentino, Rosso vivo". La reazione di Volterra Futura, gruppo di minoranza in consiglio comunale guidato da Paolo Paterni, non si è fatta attendere, visto che il centro sinistra era sempre stato critico sull'organizzazione della mostra-evento che ruota intorno alla Deposizione dell'artista della Maniera.

Il quadro sequestrato. Per l'opposizione la vicenda del quadro dell'artista Gino De Dominicis, sequestrato dai Carabinieri perchè esistono dei dubbi sulla paternità dell'opera, "è un altro segnale della leggerezza con cui è stato organizzato un evento che poteva rappresentare un'opportunità per Volterra e che rischia invece di mettere in grossa difficoltà i bilanci comunali".
"Il Sindaco, e lo ringraziamo per l'attenzione - scrive Paterni - correttamente ci aveva informato della questione e ci aveva trasmesso per conoscenza la nota inviata alla società Arthemisia". Una nota che il Comune ha inviato, appunto, alla società che ha organizzato la mostra, un grande evento avviato nel maggio scorso e che coinvolgerà tutti i musei della città fino a dicembre 2015.

Arthemisia. Per la coalizione di Paterni la vicenda del quadro è "l'occasione per ridiscutere subito con Arthemisia le condizioni capestro della mostra". "Invitiamo l'Assessore alla Cultura, il Sindaco e la Giunta - affermano - a cogliere questa occasione per rivedere gli accordi stipulati con Arthemisia che rischiano di imbalsamare il nostro sistema museale".
"Fino ad oggi - scrive l'opposizione - ci eravamo concentrati sulle incongruenze della gestione amministrativa, confidando che, vista l'esperienza di Arthemisia, almeno la gestione della mostra fosse all'altezza; e invece siamo costretti giorno dopo giorno a scoprire errori e incongruenza". 

Errori nel materiale pubblicitario. I problemi sollevati da Volterra Futura, infatti, non si limitano alla dubbia paternità del quadro, ma riguardano, ad esempio errori sul materiale di promozione della mostra. "Su tutto il materiale promozionale della mostra, realizzato in decine di migliaia di copie - scrive Volterra Futura - sono riportati orari di apertura errati facendo credere che anche in inverno si osserveranno gli stesso orari del periodo estivo, ma non è così e questo creerà grossi disagi e disservizi".

Il Battistero. Il Battistero è tra i musei inseriti nella mostra, ma come spiega Volterra Futura "per risparmiare i costi della sorveglianza il Battistero non fa più parte del circuito a pagamento della mostra" in quanto "da alcuni giorni l'ingresso non è più presidiato e non c'è più controllo dei biglietti". Accade quindi che chi acquista il biglietto cumulativo della mostra, paga anche per il Battistero che invece è visitabile gratuitamente da tutti, anche senza biglietto.
Volterra Futura spiega che "per contratto il Battistero era l'unico luogo la cui sorveglianza spettava ad Arthemisia e non al Comune ed hanno pensato di toglierla per risparmiare". "Nel bilancio della mostra - aggiungono dal centro sinistra - c'erano 50mila euro per la sorveglianza del Battistero affidata inizialmente alla Cooperativa Itinera ed ora interrotta". Per la coalizione di Paterni il risultato è chiaro: "lavoratori a spasso, visitatori presi in giro e la solita brutta figura".

Il nome di Volterra non c'è. "La Fondazione - afferma il centro sinistra - ha messo a disposizione i propri impianti pubblicitari ad Arthemisia che, anziché studiare una pubblicità mirata per questo tipo di impianti con in bell'evidenza il nome di Volterra, che nonostante tutto è più conosciuto del Rosso, ha semplicemente riprodotto l'immagine della cartolina che è ben leggibile tenendola in mano, ma assolutamente insufficiente per i tabelloni stradali". "Il nome di Volterra e della Val di Cecina - aggiungono - sono spariti da tutta la cartellonistica"

Pubblicità. Secondo il gruppo di Paterni "tutti puntavano su evento che portasse a Volterra migliaia di visitatori da tutto il mondo; ebbene la campagna pubblicitaria è concentrata a livello regionale inducendo quindi non un turismo residenziale, di cui ha bisogno Volterra, ma un turismo mordi e fuggi con scarsa ricaduta economica sul tessuto economico cittadino".
La pubblicità della mostra evento "Rosso Fiorentino, Rosso vivo", compare, tra l'altro, anche alla stazione di Siena, dove da alcuni giorni è presente un cartellone al lato dell'ingresso.


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