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Attualità lunedì 06 febbraio 2017 ore 14:24

"Il sindaco ignorò la mail di Arpat"

Duro attacco delle opposizioni al primo cittadino Alberto Ferrini. "Una Pec non è una cartolina illustrata e non si può perdere"



CASTELNUOVO VDC — L'accusa delle opposizioni nei confronti del primo cittadino di Castelnuovo Vdc Alberto Ferrini non lascia spazio a dubbi: l'atteggiamento del sindaco nei confronti dell'azienda La Soluzione, sarebbe stato di "compiacimento".

In altre parole, Partito democratico, Rifondazione comunista, gruppo consiliare Obiettivo Comune e un gruppo di privati cittadini, ritengono che il sindaco abbia ignorato la comunicazione di Arpat relativa ai controlli sul deposito di rifiuti pericolosi gestito dalla Soluzione Srl, finito al centro di un'aspra polemica.

"Il 23 novembre 2012 il sindaco ha ricevuto a sua insaputa una pec (posta elettronica certificata) da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) - ricordano in comunicato congiunto le varie forze politiche d'opposizione. - Si trattava di una relazione attinente all’ispezione che Arpat aveva effettuato presso l’azienda la Soluzione in località Colombaia".

"Il sindaco incalzato dalla minoranza ha negato in più occasioni di aver ricevuto tale documentazione - accusano - ma una Pec non è una cartolina illustrata e non si può perdere. Si può invece ignorare, magari per compiacere qualcuno che altrimenti sarebbe stato messo sotto i riflettori dell’attenzione mediatica con cinque anni di anticipo".

I firmatari della lettera indirizzata al sindaco dichiarano inoltre che la documentazione dell'Arpat evidenziava "uno stato di degrado dell’area nella quale veniva effettuato lo stoccaggio di materiale di ogni genere, alcuni dei quali qualificabili rifiuti, anche pericolosi". Segue un nutrito elenco di materiali. Fra i quali: "Numerosi bidoncini e flaconi contenenti vernici e solventi o residui di questi, ossidati con tracce di sversamento al pavimento del container ove erano tenuti; lampadine a incandescenza fuori uso; taniche metalliche da 30 lt di detergenti chimici ossidate e con tracce di sversamenti, poste sotto una tettoia pavimentata; estintori a carrello e non, fuori uso; apparecchiature elettriche ed elettroniche rotte; taniche, fusti e cisternette contenenti liquidi di varia natura anche pericolosi" e altro ancora.

Dopo gli interventi della polizia di stato e dei carabinieri del Noe insieme ai carabinieri del Nil il sindaco ha emesso due ordinanze contro La Soluzione: "Ci fa sorridere il tentativo di convincere l’opinione pubblica circa una presa di distanza che a suo dire sarebbe spontanea e necessaria a far chiarezza" commentano le opposizioni.

"Non si preoccupi il sindaco - concludono - agli occhi della comunità il suo atteggiamento nei confronti del proprietario di La Soluzione è fin troppo chiaro".


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